MOSTRA COLLETTIVA
In collaborazione con il Festival Aquamour dal 21 marzo al 28 marzo ospiteremo la nostra prima mostra collettiva alla quale parteciperanno: Andrea Bernabini, Paolo della Corte, Andrea Morucchio, Federico Sutera, Dominique Voge
Andrea Bernabini - Il segno dell’acqua
16 maggio 2023 Alluvione in Emilia Romagna.
"Ne ‘Il segno dell’acqua’, ho voluto rappresentare quali nuove relazioni nasceranno tra l’uomo e l’ambiente dopo un trauma così profondo, stimolare una riflessione collettiva sulla necessità di preservare e rispettare il fragile equilibrio che lega il territorio all'acqua e alla sua cura. Ho cercato di esplorare anche il concetto di vulnerabilità attraverso immagini iconografiche rappresentative del vuoto e del silenzio, elementi che dopo l'alluvione sono diventati quasi palpabili come il colore, il fango ossidato dal sole e gli odori. La sensazione di trovarsi di fronte a spazi che prima erano pieni di vita e che ora sono svuotati, che trasformandosi lasciano un’impronta profonda nella memoria. Questi vuoti diventano protagonisti, non solo come assenze fisiche di ciò che è stato perso, ma come spazi interiori dove la nostra vulnerabilità emerge con forza.
Ho lavorato sull’idea che il silenzio, dopo una catastrofe, non sia solo una mancanza di suono, ma un silenzio che ‘grida’, che ci costringe a confrontarci con noi stessi e con la fragilità della nostra esistenza e del nostro eco sistema. Ho cercato di trasformare questi silenzi assordanti in un linguaggio visivo, utilizzando immagini che evocano quella sensazione di sospensione, di attesa e di vuoto che segue un evento distruttivo. Ho voluto rendere visibile non solo ciò che è stato cancellato, ma anche ciò che è rimasto impresso nel paesaggio e nella memoria collettiva."
Mettere in evidenza questa metamorfosi del territorio significa, per me, conservare una memoria visiva e concettuale che possa essere utilizzata per porci domande cruciali sul futuro del territorio. Come sarà in grado di rigenerarsi? Quali nuove relazioni nasceranno tra l’uomo e l’ambiente dopo un trauma così profondo? Il progetto intende stimolare una riflessione collettiva sulla necessità di preservare e rispettare il fragile equilibrio che lega il territorio all'acqua e alla sua manutenzione.
Il segno lasciato dall’alluvione ci invita a ripensare il modo in cui viviamo e gestiamo il nostro rapporto con la natura, offrendo uno spunto per una nuova consapevolezza e una maggiore responsabilità verso il futuro."
Paolo della Corte - Venezia 2050 DC
La notte tra 12 e il 13 novembre 2019 la seconda acqua più alta della storia ha invaso Venezia provocando ingenti danni e scatenato le eterne polemiche su quel che non è stato fatto e quello che si avrebbe dovuto fare. Proprio in quei giorni usciva anche l’ultimo numero della rivista Nature con uno studio sull’innalzamento dei mari e le conseguenze che ne deriveranno. E’ tre volte più catastrofico in quanto prevede per il 2050 un innalzamento medio di 10 cm. Per quella data la marea si mangerà Venezia. E non si salveranno neppure Padova e Treviso.
Ho immaginato la città come potrebbe essere tra una trentina d’anni: sommersa; e i veneziani come anfibi che si muovono per le calli nuotando, galleggiando o immersi sotto acqua, diventata un liquido amniotico. Un’ idea che nasce molti anni fa’ sul finire degli anni ‘80, quando Federico Fellini veniva spesso in città e si incontrava con mio padre che avrebbe dovuto pensare e scrivere la
sceneggiatura di un film su Venezia. Già parlavano di palazzi sommersi e abitanti anfibi. Erano anni quindi che cercavo un
modo per rendere le loro visioni. Ho approfittato di un grande acquario che si trova nella hall dell’ Hotel Aquarius, che da lì a pochi mesi sarebbe stato aperto in campo San Giacomo dell’ Orio, invitando una trentina di veneziani ad immergersi e ad immaginarsi come si sarebbero comportati in una situazione così estrema.
Andrea Morucchio - VAZ
**Venezia Anno Zero** è un progetto di Andrea Morucchio basato sulla documentazione video che l'artista veneziano ha realizzato nella sua città tra marzo 2020 e aprile 2021, durante i vari periodi di lockdown. L'unicità di questa documentazione video, che mostra una Venezia mai vista prima e che mai più si vedrà, ha portato Morucchio a sviluppare diverse espressioni artistiche, tra cui la creazione di una serie di stampe in edizione limitata, **Stills Venezia Anno Zero**, utilizzando immagini estrapolate (stills) dai centinaia di videoclip che compongono il progetto **Venezia Anno Zero**.
Oltre all’immagine del paesaggio veneziano, sulle stampe compaiono indicazioni sul luogo in cui è stata scattata, con una pianta della città e una vista 3D, la data e l'orario, oltre a un **QR code** che può essere utilizzato con lo smartphone per visualizzare il video corrispondente all'immagine stampata.
Questa serie di opere rappresenta la parte tangibile del progetto **Venezia Anno Zero**: una forma di estensione, seppur bidimensionale ma comunque fisica, dei video. Insieme alle indicazioni temporali e geografiche, diventano espressione e testimonianza del senso e dei concetti alla base del progetto **VAZ**.
Federico Sutera - Venice for sale
In questi ultimi anni, il centro storico veneziano ha visto il numero dei suoi residenti scendere sotto i 50.000. La città perde circa 1.000 residenti all'anno, in relazione all'aumento del numero dei posti letto e dell'offerta turistica. Persone e attività che non operano nel settore della monocoltura turistica vengono allontanate dalla città per lasciare spazio ai simulacri del turismo di massa e ai 27 milioni di visitatori che arrivano ogni anno (il 75% dei quali sono escursionisti giornalieri). Da cittadino veneziano sono molto preoccupato per le sorti della mia città e con questo progetto fotografico, che ho intitolato “Venice for sale”, vorrei portare l'attenzione ed evidenziare, in chiave ironica, i problemi che il turismo di massa ha causato al centro storico e i suoi effetti collaterali nel tessuto sociale ed urbano. Per evitare che Venezia “affondi”, o, come scrive Salvatore Settis, che “muoia”, è necessario che vengano adottate urgentemente politiche sostenibili che possano in qualche modo limitare il fenomeno dell'Overtourism.
Se consideriamo che persino le persone che visitano abitualmente Venezia, coloro che vi tornano spesso, fanno fatica a riconoscerla, e che gli abitanti che amano e vorrebbero continuare a vivere questa città non possono permettersi di competere con il mercato turistico, quale futuro attende Venezia?
Per vedere le altre foto del progetto: https://www.federicosutera.photography/veniceforsale
Dominique Voge - Cambiamento istantaneo
Il mio lavoro fotografico mette in discussione il modo in cui guardiamo ciò che ci circonda e, soprattutto, il modo in cui lo facciamo. La fotocamera, come estensione dell’occhio, mi aiuta a portare alla luce dettagli fugaci che diventano fonte di ispirazione e meraviglia. Colgo l’essenza delle mie immagini nella vita proteiforme dell’acqua, attraverso il suo movimento costante.
La trasparenza, il gioco di luci, i colori, le strane grafiche sulla superficie dell’acqua catturano il mio sguardo e strutturano la mia ricerca. Scruto anche le nuvole, che creano immagini mutevoli e metamorfosi con combinazioni molteplici e fugaci. La mia intenzione fotografica: interrogare e deliziare l’occhio!